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giovedì 19 marzo 2015

90’s K-MEMORIES: NON È LA RAI

Una KreTina cresciuta negli anni ’90 non può non aver attraversato indenne la fase Non è la Rai, in genere parallela alle fasi collezione di miniciucci multicolor in plastica e lettura settimanale del Cioè rubato alle sorelle maggiori.
Quando iniziai a vedere Non è la Rai avevo otto anni, giocavo con le action figures dei Power Rangers e a pallone nei cortili, dove le anziane lanciavano secchiate d’acqua dai balconi per scacciare i ragazzini: non ero ancora una KreTina, o meglio stavo iniziando il mio percorso di formazione da KreTina senza saperlo.
Di ritorno a casa da scuola, il primo pomeriggio era dedicato alla visione di mia sorella che ballava con lo sguardo fisso alla tv e nello schermo lei, la santa Maria Goretti pagana: Ambra, anzi Ambra the best (o Ambra c’è)!

Ambra Angiolini aveva 14 anni quando fece la sua prima apparizione a Non è la Rai. Era una ragazzina timida e impacciata, con un evidente accento romano, cui era stato affidato lo spazio dedicato al gioco telefonico “Cosa c’è nello zainetto?”, in cui per vincere bisognava indovinare la sfilza di oggetti contenuti nello zainetto.
Elena da Cosenza: «Spazzola…elastico per capelli…trucchi…CINGOMME!!!».
Ambra ci sapeva fare e ben presto le fu affidata la conduzione della trasmissione. Parallelamente cominciò la sua carriera canora: “L’ascensore”, “Lunedì, martedì” e soprattutto “T’appartengo”, il suo manifesto!
AAA cercasi disperatamente KreTina che non abbia pronunciato almeno una volta nella vita la frase “Adesso giura!”, aggiungendo un’acca aspirata finale e brandendo una spazzola come microfono!!!

La mia infanzia trascorreva quindi tra: “Il gioco delle secchiate d’acqua”, in cui le giovanissime vittime erano costrette da una sadica Ambra a sottoporsi a gavettoni gelati, alternati a rarissime cadute di coriandoli; sfilate improvvisate tra jeans a zampa e micro-toppini dai colori fluo; esibizioni di ballo e canto, in genere cover di grandi successi del passato, eseguite rigorosamente in playback dalle ragazze, che prestavano il loro corpo a voci preregistrate, in genere non loro.  L’unica oltre la regina Ambra a cantare inediti con la sua voce reale era Pamela Petrarolo, che per le sue doti canore venne presto soprannominata “The voice”, con buona pace del povero Sinatra.
E poi Mary Patti, la bionda, Alessia Merz, le gemelline, la cinesina, la Terminator: per loro chiediamo l’aiuto di Federica Sciarelli e dell’intera redazione di Chi l’ha visto!

Come un normale anno scolastico, Non è la Rai andava in onda da settembre a giugno e terminava col rituale pianto collettivo di fine stagione: teenager che fino a due secondi prima si erano placcate come giocatori di rugby per conquistare un’inquadratura di 3 secondi netti, all’ultima puntata magicamente si abbracciavano disperate e singhiozzanti in nome dell’amore universale. Anche mia sorella piangeva a casa e mia madre affranta e ferro da stiro alla mano: «Tu non stai bene figlia mia…VAI A FARE I SERVIZI (= lavori domestici)!!!».

Quando Non è la Rai finì per sempre, anche la nostra spensieratezza sembrò svanire. Ambra passò alla conduzione del talk show “Generazione X”, ma non era più Ambra the best: tutta seria a parlare di droga e disagio giovanile, sembrava una penitente costretta a redimersi per i peccati passati! Delle altre ragazze si persero le tracce, tranne ritrovarle ogni tanto ospiti di trasmissioni che ricordavano le loro gesta epiche.

Ieri in uno scatolone impolverato ho ritrovato l’album di figurine di Non è la Rai di mia sorella, un quadernone con la faccia di Mary Patti in copertina e un walkman con la musicassetta di “T’appartengo” di Ambra, rigorosamente comprata alle bancarelle.
Ambra c’era e c’è ancora…ed è un attimo che ti parte “Adesso giura!”, con acca aspirata finale…



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