prova

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mercoledì 29 aprile 2015

DISPERATA CERCO UOMO SU TINDER

Sono single da ormai tre anni. Tre lunghi anni in cui è stato un susseguirsi di uomini, o presunti tali, uno più sbagliato dell’altro. Pensavo spesso di aver trovato quello giusto, quello con cui iniziare una storia seria, ma alla fine mi ritrovavo sempre sola e con un pugno di mosche in mano, mentre nell’altra tenevo stretto un ottimo Japan Ice.
Eppure non mi sembra di essere brutta, scema, antipatica: sono una donna gradevole, di bell’aspetto, ho sempre la battuta pronta, ma a quanto pare ho ereditato il potere di respingere i principi azzurri e di attirare gli stronzi, se va bene! Di recente trovo difficoltà persino a rimediare un appuntamento e questo ha contribuito ad indebolire la mia già traballante autostima. Immagino già il mio triste destino: sola, con un paio di gatti, a parlare con la Tv!

Un giorno, passando da una libreria, ho visto in vetrina un libro di Barbara D'Urso dal titolo "Se lo desideri accade" e io sì che desideravo la certezza di un pene ogni giorno nella mia vita. Dovevo solo attivarmi, cercare nei posti giusti. Ho iniziato a frequentare circoli letterari ma i dilf non erano di mio gradimento, corsi di teatro fisico ma la gente suda, concerti di musica che detestavo, centri sociali dove riuscivo a comunicare solo con i cani. 
Forse Barbara D'Urso era fatta di crack quando ha scritto il suo capolavoro!

Persa la fiducia nella mia musa ispiratrice, oltre che in me stessa, mi rimaneva un'ultima risorsa: P., il mio amico gay, che al contrario di me non trova la minima difficoltà nel trovare un uomo e ne cambia di continuo, alla stessa velocità con cui si cambiano i calzini e le mutande! Gli racconto brevemente le mie crociate personali e lui subito m'incalza:
«Cara, non disperare, ho il rimedio giusto per la tua carenza di “fattore C”…TINDER»
«TIN…che???»
«Dio, ma dove vivi? Sai cos'è uno smartphone? Oltre alla vibrazione esiste un mondo intero di applicazioni che può salvarti la vita»
 Mi strappa via dalle mani il cellulare, facendomi anche notare il mio pessimo gusto nello scegliere lo smalto, e continua: «TINDER…l’app per trovare l’anima gemella che nella realtà è un bordello virtuale…scegli il più carino, il più vicino a te, scambi qualche messaggio, poi il numero di telefono, organizzi un incontro ed è fatta: iniezione di “fattore C” assicurata!»
«Ma cercare uomini così è da sfigate…poi ho paura, potrebbe nascondersi un serial killer dietro questi ammiratori segreti, come in Eye Candy»
«Prova amica e ti ricrederai! E poi smettila di guardare telefilm…»
«A dire il vero ho letto il libro»
«Oh mamma, sei davvero un caso perso!»

Finiamo di bere e le nostre strade si dividono. Giunta a casa, avvio le ricerche e in poco meno di 3 minuti la diabolica app è sul mio cellulare. Come prima cosa, creo il mio profilo, scelgo una foto ammiccante, ma non volgare, ed inizio così a sfogliare questo catalogo di maschi pronti all’uso. Le foto si susseguono una dietro l’altra ed è necessario un semplice click per “LAIKKARE o NON LAIKKARE”: questo è il problema! All’inizio rimango un po’ delusa dalla sequenza di casi umani che mi si presentano, fino a quando non trovo lui: intellettuale, palestrato al punto giusto, capelli scuri e folti, occhi verdi, carnagione tendente al mulatto, tatuaggi quanto basta, insomma tipico modello di una pubblicità della Muller! Dopo un minuto scarso lui ricambia e iniziamo a scambiarci messaggi. N. ha 32 anni, fa l’avvocato, ha un cane, fa surf e a quanto pare gli piaccio. Mi invita a cena a casa sua, me la tiro un po', poi ripenso subito alle parole di P. e accetto.

La cena con N. è andata benissimo…e il dopocena ancora meglio: sesso da urlo sulle note di "Poema dell'estasi", un brano del pianista russo Skrjabin, che favorisce l'orgasmo femminile mi dice N. e lo confermo.

La mattina seguente mi sveglio ed N. si sta preparando per uscire. Indossa la camicia, la cravatta, la giacca…e si infila la fede al dito!
«Ma sei sposato?»
«Sì, perché?»
«Perché non me l’hai detto prima?»
«Non ti conosco, sei una trovata su Tinder a cui non devo spiegazioni!»
Sconvolta e incazzata, recupero le mie cose e lascio casa di N. sbattendo la porta.

Sono così disperata dal dover raccattare un uomo in una chat e sposato per di più?
No, mi dico per autoconvincermi, ma la risposta è sì, ahimé!
Non sarò mai la donna disinibita che Cosmopolitan o Glamour vogliono!



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