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martedì 7 aprile 2015

LA MADRE DELLA FUORISEDE LA VEDE SEMPRE TROPPO MAGRA!

Se sei una fuorisede che ha abbandonato la sua terra natia da dieci lunghi anni e non pensa di tornarci in pianta stabile, allora per te il detto “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi!” non ha alcun valore. Sì, perché le feste comandate sono sempre con i tuoi in genere, che reclamano attenzioni per quei pochi giorni all’anno in cui decidi di tornare nella casa che ti ha visto nascere e crescere tra televisori analogici e musicassette di Festivalbar.

Quindi anche quest’anno Pasqua è stata con i miei. Quando due anni fa non tornai a casa per motivi di lavoro, mia madre offesa smise di inviarmi cibarie e prodotti tipici per un paio di mesi, salvo poi ravvedersi timorosa di una mia possibile morte per fame e stenti.
Il dramma della madre di una fuorisede, infatti, è solo ed esclusivamente uno: mia figlia non mangia! La frase che ti accoglie appena metti piede in casa è «UHHHGGESUUUU, come sei dimagrita!!! Ma mangi?» e tu valle a spiegare che hai sempre lo stesso peso da anni e che non deve preoccuparsi: tutto tempo sprecato, per lei stai digiunando da mesi per espiare non si sa quale colpa!

La mia Pasqua quindi è trascorsa così: mangiando, come se non ci fosse un domani, con buona pace di fegato e stomaco! Nel mio paesello natio a regnare è quella che oggi tutti i radical chic metropolitani chiamano “cucina bio”: per me rimangono pasta al forno, stanati di carne con patate e cipolline, braciole al sugo, distese di salsicce di maiale, cinghiale e chissà quale altro essere vivente! I vegani qui non esistono. Una volta mi scappò la parola “vegano” e mia madre pensava fosse una nuova qualità di insalata :«Poi te la compro e te la porti così te la mangi!».
Una caratteristica della nostra “cucina bio” sono i cibi galleggianti, nel senso che si tratti di carne, pesce o verdura, tutto galleggia su litri e litri d’olio. Uno spreco direte voi, invece no perché quell’olio viene poi raccolto e fagocitato con dell’ottimo pane fatto in casa: colesterolo prendimi ora insomma!
Poi ci sono le uova, ma non quelle di cioccolato, che qui possono tranquillamente rientrare nella dieta Dukan per lo scarso apporto calorico rispetto agli altri cibi, ma le uova vere, inserite ovunque e in qualsiasi stato: liquido, solido, a volte anche gassoso!

In soli due giorni ho consumato quantitativi di cibo che sfamerebbero l’intera Africa Subsahariana e al cibo consumato va aggiunto quello da portare in città, ovvero salumi, formaggi e quant’altro infilati in ogni dove, tra l'intimo e i maglioni, con il trolley a rischio esplosione: se all’andata eri leggera come una piuma, al ritorno da casa dei tuoi sei più carica di roba di un magrebino sulle spiagge ad agosto!

Ho provato a spiegare a mia madre che dove vivo esistono i supermercati, il cibo è buono e riesco anche a fare la spesa da sola ormai: parole vane, perché la madre della fuorisede la vede sempre troppo magra! 






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