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mercoledì 14 ottobre 2015

LA MALEDIZIONE DELLA NOTA VOCALE

Più fastidiose degli squilli, di cui rappresentano l’indegna evoluzione. Simpatiche come un riccio dagli aculei ritti infilato nelle mutande durante l’ora di crossfit. Generalmente hanno un’utilità prossima allo zero, pari a quella delle riflessioni sui grandi temi di attualità di Flavia Vento (l’egittologa) su Twitter. Oggi parliamo di loro: le note vocali!
Se Mosé avesse tentato la fuga dall’Egitto oggi, Dio le avrebbe inserite tra le dieci piaghe al posto delle ulcere su umani e animali: cosa sono delle “simpatiche” piaghe sul corpo in confronto a minuti interminabili di monologhi basati sul nulla?
Leggenda vuole che le noti vocali siano una creazione del demonio: invocato per sbaglio da Paolo Brosio durante la scrittura di uno dei suoi libri su Medjugorie per dare un tocco di pepe al racconto, punì il genere umano tutto con la maledizione dei messaggi vocali registrati!
La verità è che quando riceviamo una nota vocale, magari in risposta a una semplice domanda tipo “cosa mangi?” o “sta piovendo?”, il pensiero comune è sempre lo stesso: “perché a me? PERCHÉ?”.

Tra la miriade di note vocali che riceviamo quotidianamente, tre sono quelle che più odiamo:

1.      la nota vocale fiume, (durata minima stimata 5 minuti), ovvero un monologo in cui non è prevista alcuna possibilità di risposta, ad accezione di un “ok”, spesso rappresentato con l’iconico pollice ritto. La verità è che nessuno ascolta note vocali che superano i 30 secondi, al massimo si ascoltano a tratti e mentre si fanno attività a cui si presta maggiore attenzione. Quasi sempre la nota vocale fiume non viene nemmeno scaricata e si cerca di coglierne il contenuto chiedendo informazioni alle persone che hanno avuto il coraggio di ascoltarle. Per chi è solito inviare note vocali di tale durata, il consiglio è solo uno e si riassume in una sola parola: SINTESI!!!

2.      la nota vocale interrotta, (durata media 1 minuto), è quella che vorresti tanto ascoltare, perché si presuppone sia pregna di significati e di contenuti a cui sei realmente interessato, ma nel momento clou si interrompe, lasciandoti quella sensazione di amarezza che provi soltanto quando una puntata della tua serie preferita si conclude con “il tuo vero padre è…TITOLI DI CODA!”. In genere l’interruzione è dovuta ad un incauto utilizzo dello smartphone, al pollice che scivola via o all’entrata di orecchie sgradite nella stanza in cui si sta registrando. Il consiglio in questo caso è uno soltanto: come durante un rapporto sessuale, cercate di concludere! 

3.      la nota vocale musicale, (durata media 3 minuti), consiste nell’invio di una canzone, romantica per l’innamorato/a, demenziale o trash per le amiche KreTine. Nell’universo dei messaggi vocali, sono le meno fastidiose. Il problema è che spesso sono accompagnate da quel simpatico fruscio di sottofondo che rende impossibile capire se trattasi di un capolavoro dei Beatles o dell’ultima hit stracciapalle di Alessandra Amoroso. Se volete dedicare una canzone, evitate quindi di registrarla live, ma scaricatene il file e inviatelo: solo così il senso della nota verrà recepito correttamente dal destinatario!


Fiume, interrotta o musicale che sia, non fa alcuna distinzione per me: le odio tutte indistintamente! Piuttosto l’ascolto dell’intera messa trasmessa su Rai Uno la domenica mattina, con emicrania da postumi del sabato sera, ma alle note vocali (come ai grassi e ai colpi di sole) dico NO!     



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