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sabato 11 febbraio 2017

IL "PAGELLONE DELLE KRETINE" DI SANREMO 2017

Un inviato d'eccezione, di cui non sveleremo l'identità per risparmiargli denunce, ha seguito per noi il Festival di Sanremo. A lui è stato attribuito l'arduo compito di stendere il "PAGELLONE DEL FESTIVAL": promossi e bocciati, tutti uniti nel nome di Maria! 




ALESSIO BERNABEI (Nel mezzo di un applauso) VOTO 4
Bernabei non è erotico neppure quando canta la “figa”. Il pezzo andrà in radio, ma a me non dice nulla.

MICHELE BRAVI (Il diario degli errori) VOTO 7
Timido e impacciato, quando canta è proprio bravo. Scandisce bene le parole e per chi adora le parole nella musica è un toccasana. Potrebbe salire sul podio.

SERGIO SYLVESTRE (Con te) VOTO 8
Canzone di Giorgia cantata davvero bene. Il miglior risultato della scuderia di Maria De Filippi. Potente.

CHIARA (Nessun posto è casa mia) VOTO 5
Se non avesse cantato, nessuno se ne sarebbe accorto. Ha cantato e ci si accorge che era meglio non lo avesse fatto. Testo banale: poteva risparmiarcelo!

GIGI D’ALESSIO (La prima stella) VOTO 6
Non è in formissima, ma il pezzo è meno neomelodico rispetto al passato (per fortuna!). Senza infamia e senza lode.

RAIGE E GIULIA LUZI (Togliamoci la voglia) VOTO 3
Sono riusciti nel loro intento: toglierci la voglia…di ascoltarli!

CLEMENTINO (Ragazzi fuori) VOTO 6
Brano firmato da Marracash, dal risvolto sociale: per essere un rapper, avrebbe dovuto osare di più!

ERMAL META (Vietato morire) VOTO 7
Valido come autore, come interprete ha delle pecche. Il brano è ben confezionato e di buon livello rispetto alla media.

MARCO MASINI (Spostato di un secondo) VOTO 5
Lui persegue negli anni la sua strada: all’inizio era una novità, oggi ha fatto il suo tempo!

ALBANO (Di rose e di spine) VOTO 4
Non è in forma e il pezzo non lo aiuta. Restano le spine, delle rose neanche l’ombra!

FIORELLA MANNOIA (Che sia benedetta) VOTO 10
Ha vinto e nessuno lo può negare. Interprete sopraffina, potrebbe dare lezioni a molte sue giovani colleghe lì presenti. Se non vince, organizzo un nuovo VAFFA DAY!!!




LODOVICA COMELLO (Il cielo non mi basta) VOTO 2
Uno dei pezzi peggiori di questo Festival. Meglio come conduttrice, la cantante facciamola fare a qualcun'altra!

BIANCA ATZEI (Ora esisti solo tu) VOTO N.C.
La vediamo da diversi Festival ormai e ogni volta ci chiediamo: PERCHÉ???

FRANCESCO GABBANI (Occidentalis Karma) VOTO 8
Bravo performer, pezzo intelligente, figo anche con il maglione della nazionale olandese: CI PIACE!!! Spero sul podio.

GIUSY FERRERI (Fatalmente male) VOTO 6
Sanremo non fa per lei, nonostante il pezzo non sia malefico: lei è “animale radiofonico”, non da palco dell’Ariston.

MICHELE ZARRILLO (Mani nelle mani) VOTO 4
Utilizzo la battuta fattagli dal Mago Forrest al Dopofestival: “Hai scritto pezzi meravigliosi in passato: perché gli altri?”.

PAOLA TURCI (Fatti bella per te) VOTO 9
È esplosa e si racconta con il sorriso. Messaggio positivo, bel testo ed interpretazione spettacolare.

ELODIE (Tutta colpa mia) VOTO 5
Troppo Emma Marrone (autrice del testo). Adatta a “Tale e Quale Show”.

RON (L’ottava meraviglia) VOTO 4
Di meraviglia non c’è nulla. Da rottamare.

FABRIZIO MORO (Portami via) VOTO 6
Grande autore, non sfonda sul palco. È sicuramente più bello del pezzo che porta.

SAMUEL (Vedrai) VOTO 6
Meglio con i Subsonica. Mantiene lo stile, ma si sente la mancanza di Boosta e co.

NESLI E ALICE PABA (Do retta a te) VOTO 2

Brutta canzone, pessima interpretazione, coppia male assortita: un disastro totale!

martedì 7 febbraio 2017

DON PASTA: L'ULTIMO "ATTIVISTA DEL CIBO"


Prima di iniziare, come preferisci essere chiamato: Daniele o Don? E cosa ne pensa Daniele del successo del suo alter ego Don Pasta?

Le persone che mi conoscono sanno che nella vita privata “Don” scompare, diciamo che è il patto di non belligeranza che ho fatto con lui. Ci sopportiamo a vicenda, anche se gli eccessi di Don Pasta poi me li devo sobbarcare io nella mia quotidianità. Tipo che lui mangia solo fritture con lo strutto e poi, quando Daniele torna a casa, è costretto a mangiare minestrone e cicorie lesse per tre giorni per purificare il corpo.


Il tuo motto è: “Se hai un problema…aggiungi olio”. I tuoi spettacoli sono dei veri e propri “one man cooking show”. Hai pubblicato nell’ordine “Food Sound System”, “Wine Sound System”, “La Parmigiana e la Rivoluzione” e in “Artusi Remix” ti confronti con l’eredità di Pellegrino Artusi, istituzione in campo culinario. Hai “forse” una leggera passione per il cibo? Come nasce? E per conquistare una KreTina, quale ricetta consiglieresti?

Il tutto nasce per gioco, ma in verità penso di essere un predestinato. Da piccolo facevo indigestione di calzoni e torte a ogni compleanno. La svolta è stata andare fuori dal Salento per gli studi, a Roma e poi a Parigi, e osservare che la gente mediamente mangia da cani, mentre in Salento il livello di consapevolezza è altissimo. Da lì, ho capito che avevamo una ricchezza culturale, ancor prima che gastronomica, da tutelare. Una ricetta romantica per sedurre una KreTina non può che essere la parmigiana, leggera e colorata.


Altra passione è quella per la musica. Sei conosciuto e molto apprezzato come selecter, quindi ti chiediamo una piccola selezione dei tuoi 3 brani che tutti dovrebbero ascoltare.

In “Food Sound System” lo scrissi, il mio momento più bello era quando tornavo da scuola, scappavo alla Posta per recuperare il pacco di vinili comprato per corrispondenza e poi mangiavo le orecchiette con le rape. Musica punk per cucina punk. C’era già tutto e tutto stava a codificarlo. Come brani: Magnificient 7 dei Clash, Public Enemy number One di James Brown, I like That di Pete Rodriguez.


Sei sempre in giro per l’Italia e il mondo con i tuoi spettacoli. Scrivi regolarmente per Repubblica, Left, Manifesto e Slow Food. Nel tempo restante, pubblichi libri di cucina. Come fai a coniugare tutti questi impegni? A noi puoi dirlo, non sei umano?

Il problema è che questo lo faccio negli scampoli che mi concede mio figlio, che non avendo capito che Don Pasta è un mestiere, non mi concede molto tempo. A parte tutto, ho avuto la fortuna di ritrovarmi un mestiere improbabile, dalle possibilità sconfinate, tanto quanto la sua indefinitezza. Ragion per cui, da bravo autodidatta, mi diverto un casino a provare a fare cose che non so fare, con alterni esiti.




Per concludere, ci aiuteresti a risolvere i “grandi dilemmi della cucina amatoriale”?
Il primo: il sale nella pasta, prima o dopo che l’acqua vada in ebollizione?

Il sale dopo, che altrimenti ci metti di più per far bollire la pasta.

Il soffritto: arricchisce il piatto o copre il gusto originale dei cibi (e va quindi evitato come la peste, come suggeriscono illustri chef)?

Il soffritto è l’anima della cucina italiana. Può sembrare surreale, ma il detto di mia nonna “se hai un problema aggiungi olio”, ha un senso tecnico. Mettere olio significa creare legami tra gli ingredienti, che altrimenti devi poi creare con panne, creme, formaggi. E’ un sacerdote molto laico in certo senso.

Olio di palma e carne vengono descritti come accadeva un tempo per l’uranio impoverito: fanno davvero così male?

Differenzierei le due cose. L’olio di palma, come ogni demonizzazione, subisce un processo eccessivo e per certi versi ridicolo. Ma nulla toglie che è sintomatico di processi industriali nel cibo assolutamente incuranti della salute, tanto più perché si parla di alimentazione dei più piccoli. Per la carne, il discorso è diverso. Da salentini, ne mangiamo pochissima, avendo noi una cultura spropositata di ortaggi e legumi, quindi sappiamo variare molto la nostra alimentazione. Per questo quando poi ti mangi un piatto di carnazza è un gran piacere.

Cucina vegan: quali sono i principali pro e contro?

Gli animalisti e i vegan dimenticano che la parsimonia nell’uso della carne era una necessità, ma anche una virtù del mondo rurale, ma loro del mondo rurale ho paura non sappiano nulla. Chiaro però che l’uso spropositato della carne fa male alla salute, agli animali e al pianeta.