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sabato 28 ottobre 2017

M¥SS KETA: LA DIVA DEFINITIVA

M¥SS KETA è la nuova icona dello scenario musicale underground italiano. Testi e video provocatorii hanno contribuito al suo successo iniziale, trasformandola nel tempo in una “diva definitiva”, come ama definirsi: “arrivata, ma non si sa esattamente dove”.
Era il lontano 2013 quando la “sacerdotessa” iniziò a scuotere le coscienze (e i fianchi) del suo pubblico con “Milano, Sushi e Coca”, inno alla nuova Milano da bere (e non solo). Da allora, un successo dietro l’altro: “In gabbia (non ci vado)”, “Burqa di Gucci”, “Le ragazze di Porta Venezia”, “Musica elettronica”, “Xananas”. Da poco è uscito il suo primo Greatest Hits, “L’angelo dall’occhiale da sera: col cuore in gola”, mentre continua il suo tour in giro per l’Italia e l’Europa.  
Vita da KreTine non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione di intervistarla e conoscere i segreti della nuova stella mascherata della musica italiana.





M¥SS KETA ha fatto del mistero un marchio di fabbrica, come la maschera che indossi e cela la tua vera identità: quando toglierai la maschera, cosa troveremo?

SAREBBE COME TOGLIERE IL SORRISO ENIGMATICO ALLA GIOCONDA: IMPOSSIBILE! 


Vieni spesso associata a fenomeni musicali molto noti sul web, come Dark Polo Gang o Bello Figo, che hanno ottenuto grande popolarità anche in ambienti più mainstream. Il duetto Rovazzi – Morandi sembra aver sancito il riconoscimento ufficiale della cosiddetta “musica virale”: accetteresti un duetto con una cantante “vintage”? E chi sceglieresti per una collaborazione (ti prego, ORIETTA BERTI!!!)?

CERTO CHE ACCETTEREI, AMO I DUETTI! ANZI, PRESTO CHISSÀ... FORSE AVRETE OCCASIONE DI ASCOLTARNE UNO A CUI HO LAVORATO DEGNO DI SANREMO ;)


Il nostro sogno è diventare parte delle “ragazze di Porta Venezia”: quali sono i
requisiti richiesti per accedere a questo club esclusivo? Esiste un “divano del
produttore” su cui elargire prestazioni per poter entrare (Brazzers docet!)?

NESSUN DIVANO, PER DIVENTARE UNA RAGAZZA DI PORTA VENEZIA SERVE "SOLTANTO" ESSERE #FIGHECOMEILPANICO.


Myss Keta è diventata un idolo della comunità LGBT. In molti locali gay, non è
difficile imbattersi in ragazzi che imitano il tuo look. La cosa ti lusinga? E possiamo
definirti una “frociarola”, amica della comunità arcobaleno?

CERTO CHE MI LUSINGA, AMO QUANDO M¥SS KETA VIENE VISSUTA A 360GRADI DAI MIEI KETAMINI. DA SEMPRE DIFENDO LA LIBERTÀ DI ESSERE E AMARE CIÒ CHE SI VUOLE.


I tuoi look sono pazzeschi, in particolare penso ai vestiti usati nel video di “Xananas”: maestosi! Se volessimo riproporre alcuni dei tuoi look nelle serate in cui amiamo sbatterci dopo aver bevuto litri di vodka, quali stilisti ci consigli di seguire? E quali sono i tre accessori che Myss Keta porta sempre con sé e di cui non potrebbe fare a meno?

GRAZIE! IL MIO RAPPORTO CON IL MONDO DELLA MODA VA AVANTI DA MOLTO TEMPO! PER IL VIDEO DI XANANAS CI HANNO AIUTATO ALCUNI BRAND STRAORDINARI: MARIOS E WOVO PER I VESTITI, ILARIUSSS PER I CAPPELLI, SONORA PER LE SCARPE E SUPERSUNGLASSES PER GLI OCCHIALI.
I TRE ACCESSORI DI CUI NON POTREI MAI FARE A MENO SONO I MIEI OCCHIALI DA SOLE, LA MASCHERINA, E INFINE TANTA, MA PROPRIO TANTA, FAVOLOSITÀ.





Per concludere, ti chiediamo di scegliere a bruciapelo (come una ceretta bollente) tra queste categorie.

La lacrima fa ascolti: Barbara D’Urso o Maria De Filippi?

ENTRAMBE CARISSIME AMICHE, MA DIREI BARBARA DATO CHE L'HO CITATA ANCHE NELLA VERSIONE "FERRO E FUOCO" DI "LE RAGAZZE DI PORTA VENEZIA".


Regine della cronaca nera: Federica “Shary” Sciarelli di “Chi l’ha visto” o la
cotonatissima Franca Leosini, confidente di efferati serial killer?

OVVIAMENTE LA LEOSINI. L'ANNO SCORSO HA INTERVISTATO ANCHE ME PER UNA PUNTATA SPECIALE DI STORIE MALEDETTE (LA TROVATE SU YOUTUBE).


Ex di Corona: Belen Rodriguez o Nina Moric?

SONO EX DI CORONA MA ANCHE MIE EX, QUINDI NON POSSO RISPONDERE.


Talent show e affini: giudice ad “X-Factor” con la Maionchi o ad “Amici” con
Garrison?

ESSENDO CANTANTE MA ANCHE BALLERINA DOVREI ANDARE DA TUTTI E DUE.


Partecipi ad un reality show e strappi le extensions a: Aida Yespica (GF Vip) o
Antonella Elia (Pechino Express)?


GUARDA DOPO CHE AVEVANO LITIGATO ALL'ISOLA MI AVEVANO CHIAMATO TUTTE E DUE IN LACRIME COSÍ HO ORGANIZZATO UNA GITA A GARDALAND MOLTO PIACEVOLE DOVE LE DUE SI SONO RIAPPACIFICATE. 



martedì 3 ottobre 2017

HIV: IL "VIRUS SILENZIOSO"

Per chi ha vissuto nel pieno degli anni ’90, sentir parlare di HIV è stato più che normale.
Un decennio funestato da scomparse illustri, come il leader dei Queen Freddie Mercury, e in cui la cultura pop ha rivestito un ruolo di straordinaria importanza nella lotta contro la diffusione del virus, basti pensare a film come “Philadelphia” di Jonathan Demme o al proliferare di personaggi sieropositivi nelle serie tv più amate dell’epoca (da Beverly Hills, a Merlose Place). Oggi in Italia il clamore mediatico si è spento, ma il virus dell’HIV continua a diffondersi nel silenzio: la popolazione sieropositiva italiana ha raggiunto le 130.000 unità e si registrano 3.500 nuovi casi ogni anno. Si stima inoltre che più di uno su dieci non è ancora consapevole della propria condizione, mettendo gravemente a rischio non solo la propria salute, ma anche quella dei partner. 
A riportare al centro del dibattito nostrano un tema così delicato, è un film francese in uscita nelle sale: “120 Battiti al Minuto” di Robin Campillo. La pellicola racconta le battaglie degli attivisti di Act Up-Paris, associazione impegnata negli anni ’90 nella lotta contro le case farmaceutiche, responsabili della mancata diffusione di cure adeguate per i malati, e contro la mancanza di attenzione della società civile sul tema.
A più di vent’anni di distanza, abbiamo chiesto ad un giovane sieropositivo italiano di raccontarci la sua storia, per capire come il nostro Paese affronta oggi una questione di così vitale importanza. F. ci ha chiesto di mantenere l’anonimato perché teme ripercussioni per il suo lavoro e i suoi cari e già questo ci fa capire quanto ancora siano forti i pregiudizi in tema di HIV in Italia.





Partiamo dalla domanda che penso ti sia stata rivolta più spesso: come hai scoperto di essere sieropositivo? Raccontaci la tua storia!

Voglio fare una premessa: non sono omosessuale, perché spesso si associa erroneamente il virus all’omosessualità! Ho 28 anni e due anni fa mi svegliai con la febbre alta e le placche in gola. Pensavo ad una banale influenza e dopo pochi giorni di cure in effetti guarii. Un mese dopo, feci delle analisi e richiesi anche il test dell’HIV per stare più tranquillo: il risultato fu positivo! Ho passato mesi d’inferno cercando di capacitarmi di quanto successo e quale delle mie partner occasionali mi avesse trasmesso il virus. Come prima cosa, contattai la mia ragazza dell’epoca, che saputa la notizia mi lasciò di lì a poco. Iniziai le cure, che ad oggi continuo, e solo nell’ultimo anno posso dire di aver accettato la mia condizione, anche se gli alti e bassi sono sempre tanti e difficilmente racconto la mia storia per paura di essere vittima di pregiudizi e cattiverie gratuite.


Quali sono stati i cambiamenti più importanti nella tua vita quotidiana? E come si sono evoluti i tuoi rapporti sociali dopo aver appreso della tua sieropositività?

I rapporti meno forti non hanno retto alla notizia della mia sieropositività: la mia ragazza in primis, come dicevo prima, e poi alcuni amici, scomparsi nel nulla. La mia famiglia mi è stata molto vicina, in particolare mio fratello maggiore, che ogni giorno mi chiama per sincerarsi che abbia preso le mie pillole. Più che gli altri, sono cambiato io nel mio modo di relazionarmi alle persone: non sarò mai la persona che ero prima del virus!


Hai sentito parlare del “bugchasing”, pratica folle che consiste nel ricercare rapporti sessuali non protetti con persone sieropositive per contrarre così il virus? Cosa ti senti di dire a chi mette a rischio la propria vita per una stupida moda?

Ho letto su molti blog e community annunci in cui si ricercavano persone sieropositive con cui avere rapporti non protetti per contrarre il virus: la cosa mi ha fatto rabbrividire, soprattutto pensando a chi, come me, si è ritrovato in una condizione senza averla scelta consapevolmente. Il mio pensiero è rivolto più che altro alla prevenzione, vero tema di interesse nazionale, perché è necessaria in Italia una maggiore informazione, a partire dalle scuole, dove i ragazzi necessitano di un’educazione sessuale consapevole: solo così si potrà realmente porre un freno alla diffusione del virus dell’HIV!


Cosa consiglieresti ad un ragazzo della tua età che dovesse contrarre il virus oggi?

Di farsi coraggio e affrontare la situazione a testa alta. Consiglio di rivolgersi alle associazioni che si occupano di sieropositività in Italia, anche solo per confrontarsi con chi lotta da tempo con il virus. Per il resto, non mi sento di dare ulteriori consigli.


Come vedi la tua vita da qui a vent’anni?

Vorrei tanto avere dei figli ed una compagna di vita accanto a me, che mi accetti per quello che sono: quella serenità che mi è mancata negli ultimi anni e che credo di meritarmi!